La filiale che vorrei
Oggi esistono 4 tipi di filiale bancaria. La tua com’è?
Prima di dirti in che tipo di filiale vorrei lavorare ti dico come sono quelle di oggi. Ecco cosa puoi trovare:
1. Il fortino.
Sono ancora in vecchio stile, quello per intenderci del chiudiamoci dentro il più possibile con barriere protettive. Per cui banconi alti con vetrate, poche sedute di attesa, magari molto scomode. Sono il retaggio degli anni ’80 e le puoi ancora trovare in qualche paese in provincia. Fanno a gara con l’ufficio postale per tenerti a distanza.
2. Il magazzino.
Rispetto alle prime hanno subito un piccolo intervento di restauro, ma si tratta perlopiù di interventi malriusciti. Il bancone delle casse è stato ridotto, si è introdotto qualche divisorio per creare aree di consulenza con poca privacy. Ma la vera caratteristica è che portano i segni degli anni di vita: muri o pannelli logori, luci fioche e scatoloni di carta ammassati in ogni angolo.
Nell’era del digitale ricordano quel carabiniere (con rispetto per l’Arma) che va dal suo superiore e gli propone di fare una scansione di tutti i documenti per conservarli in archivio informatico. Il maresciallo gli risponde “va bene, ma prima fai una fotocopia”.
3. La moderna.
Parquet e tanti uffici con divisori a vetri. Uffici spesso vuoti perché non fai in tempo a fare il progetto che già hanno ridotto l’organico. Non capisci dove siano le casse finché non vedi qualcuno in coda dietro alla scrivania dell’unico impiegato indaffarato. Gli altri cercano di non incrociare il tuo sguardo per timore che tu possa chiedere loro qualcosa.
4. Il salotto digitale.
Qui la cassa la trovi davvero con fatica, al massimo c’è un assistente per guidarti nelle operazioni alla macchina automatica. È gentile, ma se alla terza volta non hai imparato il suo sguardo potrebbe fulminarti. Molto spazio è destinato a poltrone o a lunghi tavoli di legno dove poter passare il tempo leggendo un giornale o consultando un tablet con wi-fi gratis. In un paio di casi ho trovato il collegamento interno al bar confinante.
Non nego che l’ultimo genere di filiale mi affascina e penso che sarà quello che vedremo sempre di più in futuro. Per capire come evolve la gestione dello spazio di una filiale bancaria dobbiamo pensare al contesto del lavoro bancario così come è oggi e, soprattutto, come potrà essere nei prossimi anni.
Tutte le attività di banking, ovvero bollettini, pagamenti fiscali, bonifici e chi più ne ha più ne metta sono stati ormai delegati al digitale. O meglio: il digitale consente di delegare al cliente col patto che se fai da te non paghi o quasi. Il contante sta diventando un animale in via di estinzione, se chiedi di prelevare sei guardato un po’ con sospetto. Se lo versi non ne parliamo.
Per tutto il resto ti fanno accomodare in uno di questi uffici di consulenza, ma non è che puoi averne bisogno ogni giorno. Per cui il resto del tempo la filiale diviene un posto dove andare a passar del tempo, meglio se comodi potendosi leggere un giornale o bevendo un caffè.
Fin qui però mi sembra che la questione vada incontro solo a quei pensionati che non trovano posto in prima fila di fronte all’ultimo cantiere edile della zona. Cioè l’idea mi piace ma manca qualcosa.
La filiale che vorrei non esiste
La filiale che vorrei dovrebbe essere sì un salotto, magari anche digitale. ma il tema è un altro: non basta il contenitore, lì dentro ci devi mettere anche dei contenuti. Magari qualcuno che mi fa il mini corso per usare meglio l’home banking. Oppure un argomento a tema sul mondo del risparmio o del credito.
Oppure ancora un aperitivo (dopo un po’ il caffè rende nervosi) con qualche evento di puro intrattenimento.
Un luogo da vivere, un po’ bar, un po’ teatro e un po’ anche solo banca.
Questa è la filiale che vorrei.
Certo, il mio è un sogno, ma chissà: dicono che a pensare intensamente qualcosa magari si avvera.
Dario Coloru
Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.
Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.