Il consulente finanziario è un lavoro per ricchi?

Quando ho lasciato la poltrona da direttore di filiale avevo due figli piccoli – il secondo di appena un anno – e due mutui da pagare. Non credo di potermi definire ricco, così come molti colleghi che conosco.

Tuttavia in molti che lavorano in banca pensano che il consulente finanziario sia un lavoro per ricchi. Nel loro immaginario c’è solo la figura dell’uomo sopra i 50 anni che si muove in spider tra una partita a golf e un cocktail nella villa dei suoi ricchi clienti.

Non è così. La maggior parte delle persone che svolge questa professione ha una vita normale, si occupa dei figli e della casa, fa la spesa e compra voli low cost.

La differenza è che riesce a organizzare la sua giornata in modo diverso. Ad esempio accompagna i figli alle attività extrascolastiche, non deve chiedere le ferie a nessuno e incontra i clienti che si è fatto anche nella località preferita in cui va al mare.

Le preoccupazioni di chi vorrebbe avvicinarsi alla professione spesso sono i costi da sostenere e le tasse da pagare.

Quanto ai costi, è vero, ci sono. Ma sono scaricabili e a volte  molto simili a quelli che oggi già sostieni pagandoli con il netto della busta paga.

Il problema delle tante tasse da pagare sinceramente non lo vedo. Oggi ne paghi altrettante, solo che te le tolgono subito e non le vedi. Se poi sono tante vuol dire che il lavoro va bene e in questo caso «le tasse sono bellissime».

Quanto alla soglia d’accesso, se è vero che costruire un portafoglio clienti è complesso per chi ha appena terminato gli studi, per chi ha una buona rete di relazioni non è così elevata. Ad entrambi viene garantito dalle banche reti un periodo adeguato a costruire il portafoglio necessario.

Il consulente finanziario non è un lavoro per ricchi, però potrà renderti tale.

Potrà darti reddito, tempo e soddisfazione nella misura che vorrai.

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