Lavorare in banca a Milano
La vita non è facile se sei un pendolare della finanza e del credito.
Tutti i giorni insieme ad un esercito di impiegati entri in città per timbrare in tempo il cartellino. Diverse migliaia di questi, come te, lavorano in banca. Affronti il traffico, quello vero: un muro di auto in colonna che pensi che non ci sia abbastanza spazio per farle entrare tutte.
Come sardina nella scatola di un treno o di un vagone della metropolitana sudi anche d’inverno tra una fermata e l’altra. Unico sollievo il 4G che ti consente di spippolare con lo smartphone. Intorno o addosso a te, col capo chino son tutti lì a cercar conforto dentro a quello schermo.
Ho in mente alcune stazioni, Cadorna e Porta Genova ad esempio, da cui escono ad ondate i plotoni in marcia. Compatti all’inizio, tendono poi a sparpargliarsi tra bus, tram e bici condivise.
È dura soprattutto perché questo delirio si ripete ogni giorno tra le 7 e le 9 del mattino. Ci si raduna poi la sera tra le 5 e le 6 per creare le colonne in uscita.
I tempi di lavoro della filiale
Il lavoro in banca ha tempi rigidi, devi arrivare entro le 8:30 in tempo per l’apertura della filiale. Certo magari vivi già a Milano. Capita però che ogni tanto vieni spostato di filiale e da quella più comoda finisci per doverti unire al flusso dei plotoni di pendolari per attraversare tutta la città, cosa non facile a quell’ora.
Il punto è proprio questo. Il lavoro in banca a Milano ti costringe a fare le stesse cose che fanno tutti, negli stessi orari. Che poi sono gli orari in cui iniziano anche le scuole dei tuoi figli. Per cui l’organizzazione familiare è complessa: devi accedere ai servizi di pre-scuola o ingaggiare nonni o tate.
Questo perché vivi in un paese alle porte di Milano. Un po’ perchè sei cresciuto lì, un po’ perché comprare casa costa meno, un po’ per avere più verde e meno confusione.
Sarebbe bello se potessi vivere di più il tuo paese e non dovessi scappare al mattino presto per tornare poco prima di cena. Sarebbe importante far parte di queste piccola comunità e poterti muovere tra le scuole dei figli e i parchi della zona.
Cosa potrebbe cambiare in futuro
Purtroppo però devi venire a Milano a chiuderti nella filiale per fare un lavoro che non si sa bene per quanti anni ancora sarà tale. Il futuro potrebbe riservare sorprese. La filiale potrebbe chiudere e ti troverai a gestire il malcontento dei clienti migrati su altri lidi. Potrebbe cambiare l’insegna, con nuovi processi da imparare e nuovi rospi da ingoiare.
Potrebbe anche capitare che la digitalizzazione arrivi al punto di rendere tutto non fisico e che il tuo domani sia di interagire col cliente con una chat o una videochiamata.
L’aspetto più brutto di tutto questo sono le relazioni che non sviluppi. Hai poco tempo per costruirne dove vivi e perdi quelle create col lavoro con i vari cambi di filiale.
Eppure se riuscissi a dettare i tempi delle tue giornate e a concentrarti sulle relazioni ecco che ti accorgeresti di avere il potenziale giusto per trasformare il tuo lavoro in meglio.
Verresti a Milano solo per incontrare i clienti che ti interessano e con i quali lavori bene, non quelli che ti danno solo seccature. Ci verresti negli orari che decidi tu, quando i treni sono poco affollati e il marciapiede della metropolitana è tutto per te.
Scopriresti che nella comunità del tuo paese ci sono tante relazioni da coltivare.
L’ambiente delle scuole dei tuoi figli e delle loro attività extra-scolastiche oggi non lo vivi, ma anche questo è fonte di nuove conoscenze ed amicizie.
Potresti liberare il bancario che è in te, quello appassionato del proprio lavoro, non quello dei report giornalieri e delle campagne di vendita continue.
Puoi farlo, devi solo lasciare la banca.
Dario Coloru
Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.
Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.