Quanto mi rende all’anno?
Ecco perché è una domanda che non ha senso.
Solo tre anni fa un’indagine sulle aspettative del risparmiatore italiano mostrava come nella media questi si aspettasse di non dover rischiare nulla investendo i propri soldi con un rendimento atteso annuale del 9%.
Sappiamo che la realtà è ben diversa e che in un’Europa con i tassi a zero per trovare un po’ di rendimento ci si è dovuti spostare fuori e verso asset più rischiosi.
Eppure ancora oggi mi capita che qualche cliente mi chieda il rendimento annuo di una soluzione di investimento. Si capisce che decenni di abitudine a BOT e cedole fanno sì che molti di noi abbiano bisogno di sentirsi dire un numero.
Quale potrebbe essere quel numero però oggi dopo un 2018 in cui quasi tutto ha visto rendimento negativo? Facciamo finta che si possa farlo, allora caro orfano della cedola ti dovrei dire 1%, 2% o 3%. Oltre è difficile spingersi con l’immaginazione, anche per non passare da professionista a ciarlatano.
Ma la vera domanda che devi farti è quali sono i tuoi progetti? Quali sogni hai da realizzare? Quanto tempo ti dai per farlo?
A questo punto la domanda successiva te la faccio io. I tuoi sogni valgono l’1%? Per i tuoi progetti va bene il 2%? Questi numeri per te valgono il sacrificio dei soldi che hai risparmiato o che sono frutto dei sacrifici di chi lo ha fatto una, due o tre generazioni prima di te?
Ecco il perché dei risultati di quell’indagine. Il valore dei tuoi risparmi significa che non saresti disposto a rischiare nulla nell’investirli. Il rendimento atteso del 9% all’anno è il valore che gli Italiani danno al raggiungimento dei loro sogni. Sono quindi numeri sensati da punto di vista emotivo, manca la razionale applicazione alla realtà dei mercati finanziari e manca la consapevolezza delle scelte da fare.
Un mio collega mi raccontava di aver incrociato per caso in uno studio dentistico un personaggio ricco e famoso. Gli ho detto che avrebbe dovuto tentare un aggancio al volo per provare a farselo cliente. Era un’occasione unica e non aveva in fondo nulla da perdere.
Negli Stati Uniti d’America è comune avere un elevator pitch, ovvero una breve presentazione che in meno di un minuto, il tempo appunto di una corsa in ascensore, ti consenta di presentare i tuoi servizi ad un potenziale cliente.
Così ho elaborato il mio, che suona più o meno così.
- Aiuto le persone ad avere un futuro senza problemi di soldi.
- Come faccio? Prima faccio una diagnosi gratuita reddituale e patrimoniale. Poi pianifico il risparmio di oggi e di domani secondo gli obiettivi di vita.
- Se ti interessa posso dedicarti del tempo per analizzare la tua situazione finanziaria attuale, dovrai però essere disposto a raccontarmi i tuoi sogni.
Il punto centrale della proposta è che posso darti del valore solo se posso aiutarti a realizzare i tuoi sogni.
Mi spiego meglio. Se sogni di mandare un giorno tuo figlio che oggi ha 10 anni a fare un master negli States, posso pianificare fin d’ora quanti soldi serviranno tra diciamo 14-15 anni e, in base a quanti ne metti oggi e a quanto prevedi di aggiungerne alla causa ogni anno scegliere il livello di rischio adeguato per farcela.
Il piano d’investimento può a questo punto partire e tu sei a posto, sai già che tra 15 anni il sogno potrà realizzarsi.
Se però non me lo dici, e soprattutto non te lo dici che mandare il figlio a studiare all’estero è importante per te, ecco che ci ritroviamo solo per il classico vorrei il 2% netto all’anno piuttosto che vorrei il 9%. Ma perchè? Non si sa. Ecco che se poi rende meno di quanto atteso nasce il malcontento, si cambia investimento o non si investe più, si perde di vista l’obiettivo e fra 5 anni sarai ancora lì a chiederti chissà se riuscirò a far studiare mio figlio all’estero.
Ecco perché “quanto mi rende all’anno?” non ha senso come domanda. Dovresti piuttosto chiedermi: con questo investimento mio figlio andrà a studiare all’estero?
Per dirla alla Gigi Marzullo: “la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?”.
Raccontami questi sogni, parliamo di come realizzarli.
Dario Coloru
Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.
Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.