Scegliere un conto deposito è una buona strategia?
Per diversi anni il conto deposito è stato un vero amore per il risparmiatore italiano.
Alcune banche oggi note sono nate e si sono sviluppate avendo come unico prodotto iniziale il conto deposito.
Anzi, per l’investitore, poiché da quando non esiste più un posto sicuro dove conservare i risparmi ecco che ogni scelta, anche la più semplice, espone ad un rischio tipico di un investimento.
Diciamo che è investimento tutto quello che risponde alla domanda “mi daranno indietro i miei soldi?”
Ma basta divagare. Voglio proprio parlare di conto deposito.
Cos’è un conto deposito?
Il conto deposito è un salvadanaio separato dal conto corrente che riceve una remunerazione (gli interessi) a fronte di solito di un vincolo prestabilito di tempo durante il quale i soldi non si possono ritirare, pena il mancato pagamento degli interessi stessi.
Le durate vanno dai 3 mesi ai 12. Nel tempo però le durate più brevi sono scomparse per far nascere vincoli più complessi che arrivano anche ai 24 mesi.
Questo è successo poiché un tempo gli interessi pagati erano interessanti, scusa il gioco di parole.
Nel mondo attuale dei tassi sotto zero ecco che anche gli zerovirgola annuali dei conti deposito non risultano più appetibili.
Perché sono stati un successo?
Fino alla fine del secolo scorso molti Italiani erano abituati, grazie a inflazione e tassi di alcuni punti, a comprare BOT (gli amati Buoni Ordinari del Tesoro) a 6 mesi o ad un anno e a rinnovarli continuamente alle varie scadenze.
Il conto deposito è stato un modo per replicare questo comportamento una volta che i BOT sono andati fuori mercato con tassi prossimi allo zero.
Si è passati in questo modo dal prestare i soldi allo Stato a darli in prestito alle banche, poiché sono loro che emettono questi strumenti.
Ma sia BOT che conti deposito sono strumenti finanziari di breve termine. E se i tassi a breve sono negativi nel mondo sviluppato, ecco che c’è poco da fare: qualche banca non ne fa più, qualcun’altra ti paga una miseria.
Il colpo di grazia è arrivato dalla tassazione. Non appena sono stati equiparati ai dossier titoli con applicazione dell’imposta di Bollo (nel 2019 è dello 0,20% del capitale investito), si è persa la convenienza.
Attenzione a farti attirare da qualche tasso più alto del normale che ogni tanto si trova. O è un’esca commerciale per farti sottoscrivere in abbinata altri prodotti, oppure è il segnale di una banca in difficoltà e con grande bisogno di liquidità.
Il più grande errore che molti investitori hanno fatto però è stato quello di continuare ad investire per anni rinnovando i conti deposito invece di scegliere soluzioni di lungo periodo.
Hanno avuto risultati modesti rispetto a chi ha investito in mercati obbligazionari o azionari con orizzonte temporale lungo.
Del resto è una delle prime leggi dell’economia: non si finanzia il lungo periodo con scelte di breve periodo.
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Dario Coloru
Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.
Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.